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In seguito al terremoto che ha sconvolto l’Emilia, ANPEL mostra l’importanza della corretta progettazione ed esecuzione delle strutture. Si presenta il caso di un edificio ben progettato in Lecablocco capace di resistere efficacemente agli effetti del terremoto de L’Aquila del 2009.
A maggio 2012, il terremoto che ha sconvolto l’Emilia, in particolare le province di Modena e Ferrara, è stato avvertito in quasi tutto il Nord Italia.
Già in occasione del terremoto de L’Aquila del 2009, ANPEL ha analizzato il comportamento delle murature di tamponamento nei confronti di un evento tellurico mostrando l’importanza della loro corretta progettazione ed esecuzione.
Questo è il caso dell’abitazione unifamiliare a Colle di Roio, Comune de L’Aquila, posto vicinissimo all’epicentro del sisma del 06 aprile 2009.
L’edificio, realizzato nel periodo 2000 – 2005, è composto da due piani fuori terra con torrino al secondo piano. Come risulta evidente dalle immagini, i volumi aggettanti dell’edificio determinano una non regolarità in pianta ed in altezza. La progettazione strutturale e un attento studio dei particolari costruttivi hanno permesso di garantire il corretto comportamento dell’edificio.
Anche la tamponatura, avente funzione di barriera termica estiva e invernale, è stata realizzata per resistere all’azione sismica prevista per la zona. Il sistema strutturale è composto da una struttura spaziale intelaiata con travi e pilastri in c.a.
La tamponatura esterna multistrato è composto da:
- una tamponatura interna, inserita nei tali portanti, costituita da Lecablocco Bioclima semipieno, di spessore 20 cm;
- strato d’isolamento in polistirene espanso estruso dello spessore di 3 cm;
- una camera d’aria dello spessore variabile fra 6 e 9 cm;
- un rivestimento esterno in Blocco Splittato faccia vista dello spessore di 12 cm, parzialmente inserito nei telai in c.a..
I due strati di tamponatura esterna sono collegati fra loro mediante un traliccio Murfor ogni 3 corsi di muratura (pari a 60 cm) in verticale.
In situazioni particolari (pareti di altezza maggiore di 3 m), in corrispondenza dei punti di maggiore sollecitazione, il traliccio Murfor è inserito in ogni corso di malta.
Il collegamento così realizzato garantisce le seguenti prestazioni:
- impedisce il ribaltamento della tamponatura;
- contribuisce alla duttilità della parete stessa migliorandone le caratteristiche di deformabilità nel piano;
- evita la formazione di lesioni a taglio nella parete.
Nei campi di muratura di lunghezza più elevata (maggiore di 5 m) all’interno dei due strati di tamponatura è inserito un pilastrino in c.a., con armature longitudinali (4 f 16), ancorate nella struttura sottostante e soprastante, intersecanti i tralicci Murfor in maniera da impedirne gli scorrimenti relativi.
A completamento del sistema, sempre nelle pareti di lunghezza maggiore di 8 m, i blocchi splittati sono stati ancorati ai pilastri in c.a. mediante zanche in acciaio zincato.
Infine, nelle pareti con altezza libera maggiore di 3 m, è stato inserito un pilastrino in acciaio (UPN 100), tirafondato inferiormente e superiormente alla struttura in c.a., fissando ogni blocco al pilastrino in acciaio mediante un tirafondo orizzontale.
Il sistema così composto è fondamentale sia nella risposta sismica della tamponatura, che nella sua collaborazione nella risposta strutturale alla sollecitazione dinamica.
Il comportamento delle tamponature sotto il forte sisma del 6 aprile ha confermato quanto previsto in progetto, dimostrando quindi la bontà della scelta. Il non danneggiamento a taglio delle tamponature esterne ha quindi impedito la rottura delle stesse. Infatti la formazione di lesioni a “X”, dopo l’iniziale danneggiamento, potrebbe portare al collasso per espulsione delle tamponature fuori del piano.
La presenza combinata della parete interna semipiena di spessore maggiore (Lecablocco Bioclima da 20 cm), con i Murfor ogni tre corsi di malta di collegamento col rivestimento esterno, nonché la tipologia della parete esterna ha determinato l’assenza completa di lesioni a taglio nel piano della tamponatura, contribuendo così alla salvaguardia dell’edificio.
Edificio a Colle di Roio in Lecablocco
Le immagini sono successive al terremoto del 06/04/2009.
Le tamponature nelle Norme Tecniche 2008